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Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute) PDF Stampa E-mail
Notizie - Ultime
Scritto da Administrator   
Lunedì 19 Novembre 2012 14:27

Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute)

L'Ospedale,

luogo di Evangelizzazione

missione umana e spirituale

 

Il racconto di Federica...

Quando nei mesi scorsi mi è stato chiesto, di parlare, di raccontare la nostra storia (mia, di Giulio mio marito e di Andrea) davanti al Papa, la prima cosa che mi è venuta alla mente è: perché io? Perche io, che ho la terza media presa a pedate, devo parlare davanti al papa e a tanti cardinali? Non ho una risposta precisa, però se me lo hanno chiesto vorrà dire che mi vorranno ascoltare ...
Siamo partiti venerdi in treno; il pomeriggio ho partecipato ai lavori del convegno e poi mi hanno fatto fare delle prove in sala Paolo VI. Io cosi piccola in quel salone cosi grande e maestoso, sotto quella scultura che quasi mi intimoriva… mi hanno spiegato come ci si muove, come ci si comporta, quanto tempo abbiamo per parlare ed io continuavo a chiedermi perché ero li.
Madre Teresa mi veniva in aiuto ricordandomi che ognuno di noi è una "matita" nelle mani di Dio. La mattina del sabato il mio primo pensiero era rivolto ai miei amici, a quei 60 che si erano alzati alle 4 sobbarcandosi una faticaccia per venire a Roma, per starmi vicina e trasmettermi sicurezza. Ci siamo visti, salutati, abbracciati e mi sono subito sentita meglio, c’era anche mia mamma e si sa quando abbiamo la mamma vicino stiamo tutti meglio.
Sapevo di non essere più sola anche se so che con loro io non sono mai sola, sono una privilegiata, mi basta un cenno e subito ho tanta comprensione e tanti amici pronti ad aiutarmi, a sopportarmi, come quando, per la prima comunione di Andrea, mi arrabbiai con uno di loro perché … pioveva (come se lui avesse avuto il potere di far cessare la pioggia).
Dopo le varie introduzioni ho raccontato la mia vita, che mi sento privilegiata, perché mi è stata assegnato Andrea: “La mia Porta per il Paradiso; Il mio, anzi, il nostro Dono di Dio”. Nell’Unitalsi ho trovato il mondo che volevo per Andrea !  Qui Andrea non è un bambino di cui si dice: poverino, oppure, bada che cosa è capitato a quei genitori, oppure ancora, come è successo, rivolgendosi al bimbo “A te Dio ha voluto meno bene”.  Quest’ultima voce non mi ha fatto dormire per tre giorni, ma mi ha dato la forza e la voglia di fare qualcosa per cambiare questa mentalità.
Qui Andrea è un bambino come gli altri bambini, gioca canta e partecipa alle iniziative insieme a tutti, anzi con la sua aria sbarazzina e lo sguardo vispo non disdegna qualche spregetto ai suoi amici … L’Unitalsi, tramite i volontari, saranno le mani che mi aiuteranno quando impazzirò, quando sarò stanca, quando la fiducia e lo sconforto mi assaliranno, sono le mani che mi sorreggano durante i momenti duri di Andrea.
Mentre parlavo, dall’alto cercavo i volti dei miei amici e non li vedevo in mezzo a più di mille persone, in quel momento ho pensato che tutti quelli che erano li sono miei amici, sono i miei familiari, sono coloro su cui posso contare. Sempre !
Ho raccontato del Meyer, del libro, della nostra avventura, del girare di camera in camera, della mia voglia di trasmettere amore, fiducia, speranza e soprattutto l’amore di Dio verso di noi … Io credo che noi tutti dobbiamo cambiare il modo di vedere di giudicare la diversità la malattia. Non vederla come una punizione, come un flagello, ma, facendo mie le parole di mons. Comastri queste prove testimoniano la grandezza della misericordia di Dio che opera su di noi, sul nostro bambino Andrea.
Imbarazzante alla fine il fatto che un cardinale mi si sia fermato dinnanzi e mi abbia stretto la mano ringraziandomi per la dimostrazione dell’amore di Dio che gli avevo appena dato … Poi festa con i miei associati. Una bella mattinata, una bella indigestione di amore, una bella boccata di aria fresca per l’anima ed il cuore.

Le Nostre testimonianze

FEDERICA OVVERO FEDE - “La carità è paziente, è benigna la carità. La carità non avrà mai fine. Queste dunque le tre cose che rimarranno: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità”. Io non ho figli, ma ascoltando l’intervento di Federica all’incontro fra gli operatori sanitari con il Santo Padre, non ho potuto fare a meno di capire che il più grande amore che c’è nel mondo è quello della madre per il proprio figlio, è quello di Maria per Gesù. La storia di Federica, Giulio e Andrea l’abbiamo sentita ripetere in diverse occasioni ma mai come ieri mi aveva colpito: un angelo del Signore ha scelto proprio loro per fare da mamma e babbo a un bambino speciale, a un bambino che va ascoltato di più perché le sue parole sono silenziose, a un bimbo che va guardato di più perché i suoi occhi hanno un mondo da offrire, a un piccolo che va aiutato di più, sostenuto di più, coccolato di più, accarezzato di più. Non poteva scegliere una famiglia migliore: è una gioia trovare persone capaci, nonostante la sofferenza e il dolore che inevitabilmente hanno provato, di amare così incondizionatamente tutti, due genitori che si sentono responsabili per tutti, che parlano con tutti, che ascoltano tutti. Dopo l’incontro, Federica ci ha confessato che mentre parlava cercava con lo sguardo le persone che conosce perché aveva bisogno di sapere con chi stava parlando, ma poi si è accorta che le persone che erano in quella sala le erano tutte familiari. Perché ha pensato una cosa del genere? Ci ho riflettuto tutta la notte e poi l’ho capito: Federica ama gli altri nello stesso modo in cui ama Andrea, di un amore unico e splendente, che suo figlio le ha mostrato e che ora fa parte di lei, che traspare da come parla, dai suoi occhi, dal suo essere sempre forte nonostante tutto. L’amore di Dio che lei vede negli occhi del suo piccolo lo scopre anche in ognuno di noi, lo sente in ognuno di noi, lo spera in ognuno di noi. Mentre Federica parlava nell’Aula Paolo VI nella città del Vaticano pensavo che è proprio vero che ognuno ha la sua via già preparata: Andrea è stato destinato ad affrontare una vita più difficile e dolorosa, ma è venuto nel mondo per avvicinare le persone a Dio e sta realizzando il progetto che Dio ha per lui: i suoi genitori parlano per lui, convertono per lui, amano con lui e per lui, testimoniando in parole e opere la Fede in Dio e l’Amore verso gli altri che Gesù ci ha insegnato.

 

ANDREA, UN BAMBINO SPECIALE - Che cosa porta una mamma da un piccolo centro in provincia di Pistoia, a Roma/Città del Vaticano/Sala Nervi, una mattina con il Santo Padre? L'amore. L'amore per il proprio figlio, un bambino speciale. Una contraddizione per l'universo fatto di regole esatte. Ma la forza di questa vita non si cura di niente di ciò che è logico."Non compatibile con la vita" diceva la diagnosi .Questo, Federica non si stanca mai di sottolinearlo. Eppure Andrea è qui con noi, e non manca mai di allungare una mano per strapparti dal viso gli occhiali al primo momento di disattenzione. Veloce come una saetta, con il sorriso beffardo di chi sà di avertela fatta sotto il naso. Quando Federica si avvicina al microfono e narra di come ha avvertito, da subito, che quel bambino era speciale, di come è stato lui ad aver scelto i suoi genitori quando è venuto al mondo, si fa silenzio in sala.Le parole che risuonano sono cariche di amore, così nudo e autentico da spazzare ogni barriera. Tutto per quel piccolo angelo.

 

QUEL RAGGIO DI SOLE - Oggi ho incontrato di nuovo dopo tanto tempo la “mia Unitalsi”, fatta dalle persone a cui voglio bene e dai ricordi che mi legano a loro. Con le divise bianche, candide, impeccabili, siamo andati ad accompagnare Federica in quest’avventura unica, l’udienza con il Papa Benedetto XVI. La sala dove ci hanno accolto era maestosa, il coro sembrava fatto da voci d’angeli. a voce di Federica e il suo racconto, però, è stato ciò che mi ha lasciato senza parole. Il silenzio della sala che ascoltava le sue parole trattenendo persino il respiro dall’emozione. La storia di Andrea, un bimbo speciale accolto dai genitori in modo altrettanto speciale. Andrea è stato l’angelo attraverso il quale Federica e Giulio si sono stretti nella fede: questo è stato il dono bellissimo che questo bimbo ha regalato venendo al mondo. Ogni suo respiro, ogni attimo di vita era ed è gioia per i suoi genitori che lo chiamano il loro “raggio di sole”. Ed è proprio questo che si percepisce guardandolo: un raggio di sole entrato in punta di piedi nella loro vita, per illuminarla, per arricchirla, per darle un senso ancora più grande, quello della gioia della fede. Ringrazio di cuore Federica che con parole semplici ma dirette è riuscita ed emozionare tutti, a regalarci questa testimonianza bellissima e tanta speranza per famiglie come la sua, che lei stessa ha incontrato durante le visite al Mayer. Quando è finita la testimonianza, mi sono sentita i brividi su tutto il corpo e incociando gli sguardi degli altri ho incontrato occhi commossi e lucidi di lacrime.

 

TRA FEDE E MALATTIA - Sala Paolo VI: un brulichio di veli bianchi di dame unitalsiane, e non solo, riempiva a poco a poco la sala. In effetti un variegato pubblico si disponeva ad ascoltare e vivere l’udienza: malati che cercavano anche involontariamente parole di speranza, medici, studenti di medicina, operatori sanitari e l’Unitalsi, associazione nazionale per il trasporto dei malati nei vari santuari internazionali, composto dalle varie dame e barellieri in divisa pronti ad aiutare i vari malati in prima fila. Inizio solenne sulle note di "credo Domine" cantato dal coro "Virgo Fidelis" del Comando Generale dell’ Arma dei Carabinieri. A seguire il Messaggio del Concilio Vaticano II, che ha accolto i malati (centrale fulcro del tema dell’udienza insieme agli operatori sanitari) con una calorosa speranza di sollievo spirituale delle sofferenze grazie ad una salda fede che dona la pace nel cuore di chi è sofferente e di chi gli sta vicino. Ciò ha incrinato piano piano la solennità, ritornata più monumentale con la breve introduzione del cardinal Zigmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. A seguire la lettura della Parola di Dio, il Salmo Responsoriale e il canto e la lettura del Vangelo. L’atmosfera poi è divenuta più coinvolgente grazie alle semplici ma forti parole del cardinal Angelo Comastri (Arciprete della Basilica Papale di S.Pietro e Vicario generale di Sua Santità). Le sue parole, hanno colpito e risvegliato riflessioni importanti sulla carità e il dono di sé, base fondamentale per una fede profonda. E proprio la fede è il centro della prima testimonianza: quella fede che ha aiutato Federica Bresci (presidentessa della sottosezione Unitalsi di Pistoia) a vedere negli occhi del suo bambino, Andrea, portatore di handicap, la luce di Dio. È importante evidenziare che Federica ha sottolineato la sua semplicità, che al contempo è grandezza di cuore, non per umiliazione ma per avere un approccio più umano e diretto con chi la stava ascoltando. Federica ha raccontato la sua storia di mamma di Andrea e moglie di Giulio. Andrea quando è nato, ha riportato una rarissima malattia genetica che, secondo i medici, lo ha reso “non compatibile con la vita”. Apparentemente si può pensare alla vita di questa famiglia come una vita travagliata e difficile: Federica ha dimostrato che facile non è, ma ciò che le dava forza era guardare gli occhi del suo bimbo e vederci brillare la luce di Dio sin dal primo istante in cui è venuto al mondo. Si è accorta che Dio l’ha chiamata ed è saldamente convinta che sia stato suo figlio, come un Angelo, a scegliere i suoi genitori. Mentre parlava, i volti di tanti ascoltatori erano rigati di lacrime perché le sue parole trasudavano una fede cosi profonda da toccare il cuore di tutti. Federica ha poi parlato anche dei primi anni di vita del bimbo, intervallati da frequenti crisi che portavano Andrea in fin di vita; anche qui i suoi genitori dimostravano la grande forza data dalla fede perché ogni volta cercavano di evitare di piangere con gli occhi, ma sorridere con il cuore di fronte al bimbo perché si ricordasse di due genitori che l’hanno amato tanto. Poi è arrivato l’Unitalsi. Federica racconta che, non appena è salita su quel treno, si è sentita subito accolta dagli altri fedeli, dagli operatori sanitari con un calore, un amore e una disponibilità che l’hanno accompagnata in tutti i pellegrinaggi successivi. Dalla sua esperienza della malattia del figlio poi, ha attinto l’essenziale, per creare un progetto insieme all’Unitalsi, i “testimoni di fede”: un libro bianco, che ha girato attraverso tutte le camere del Meyer, poiché tutti i genitori e i bimbi che, come lei, Giulio e Andrea, si trovavano lì ad affrontare le difficoltà della malattia, potessero lasciare una preghiera, un disegno per portare i loro pensieri e le loro croci ai piedi della grotta di Lourdes dove apparve la “Mamma di tutte le Mamme”. Insomma, parole quelle di Federica che sgorgano dal cuore passando attraverso una fede profonda e toccante i sentimenti di tutti. Per concludere poi, dopo la prima testimonianza, la sala ha assistito all’arrivo del Santo Padre che, chiudendo in solennità l’udienza, ha introdotto il tema della salute come qualcosa che deve essere garantita a tutti, un bene universale (nonostante il periodo di crisi), non merce assicurata solo per pochi. Insomma, ore intense, piene di emozioni che hanno lasciato una goccia di fede e di speranza negli occhi di chiunque sia uscito dalla sala.


MILLE FRAMMENTI DI EMOZIONI VISSUTE - Le aspettative del viaggio a Roma con gli amici dell'Unitalsi erano, per me, motivo di emozione. Ma la realtà ha superato le attese: la magnificenza della "Sala Nervi", la palpitante emozione della testimonianza della nostra Presidente Federica, le luci, i suoni, i canti, le preghiere. Poi, d'un tratto il Santo Padre, visibilmente minuscolo quanto gigante nei suoi pensieri trasmessi con lucidità, circospezione e profondità. Un'esperienza, per me, che ha superato le aspettative e che porto nel cuore insieme ad altri mille frammenti di emozioni vissute. Ringrazio di cuore Federica per averci regalato un altro momento indimenticabile

 

Ricordo di una giornata speciale - Ringrazio  l’ Unitalsi per la bellissima e intensa  giornata vissuta in occasione della testimonianza di fede che la nostra “Grande” Federica ha fatto davanti al S. Padre Benedetto XVI. Ho conosciuto Federica fin dal primo pellegrinaggio a Lourdes con il piccolo Andrea e sono subito rimasta colpita dalla sua forza di volontà: lei così esile e delicata ! Ho partecipato con lei anche a un pellegrinaggio in Terra Santa ;quella volta Andrea era rimasto a casa , e lei soffriva molto per la sua lontananza, spesso le lacrime rigavano il suo volto. Mi ricordo la sua dolcezza al mattino quando veniva a darmi il buongiorno con un bacio :penso che le ricordassi la sua mamma !! Avvertii già da allora che era una persona speciale! Federica è una mamma che si è sublimata nell’amore per Andrea. Federica è un’amica che ogni persona vorrebbe avere vicino.  Le parole della sua storia risuonavano dolci in quella enorme sala silenziosa  e attenta, c’era il profumo dell’Amore nell’aria, la commozione era dentro a tutti noi. Ringraziamo il Signore per il dono di Andrea : il nostro Angelo.

 

Una Matita nelle mani di Dio - La conosco dal quel primo pellegrinaggio del 2004, quell’anno avevo un incarico di responsabilità nell’organizzazione di quel pellegrinaggio a Lourdes. Mi dissero che c’era una mammina con un bambino pieno di problemi a cui bisognava dare un occhio di riguardo.Ci incontrammo in un corridoio dell’Accueil, a prima vista una mamma come tante, che mai perdeva di vista il suo “Raggio di sole”. Il primo pensiero che mi balenò fu “E’ proprio vero che ogni bambino è il più bello agli occhi della sua mamma. Da quel giorno ci siamo frequentati e la nostra amicizia si è fortificata. Il mio modo scanzonato, spesso, forse anche troppo, di affrontare la quotidianità si sposava a meraviglia con la “sua sgangheratezza”. Da allora è stato un continuo turbinion di iniziative di ogni genere…. Poi nel 2010 esordì dicendomi “Io mi candido a presidente dell’Unitalsi pistoiese, mi aiuti? Mi copri le spalle? La risposta fu immediata, d’impulso, senza rifletterci un momento, certo!!!   sono sempre stato con te in questi anni e certo non smetterò ora!!! Tanti Impegni, tante richieste da ascoltare e provare ad esaudire, tante emozioni... fino a quando siamo arrivati al punto di dover andare a Roma, davanti al Papa… Continua a ripetere e ripetersi del perché, come dice lei, “Io che ho la Terza media a pedate devo parlare davanti al Papa… Ok andiamo a Roma! La sala Paolo VI l’avevo vista l’ultima volta più di 30 anni fa, non la ricordavo cosi immensa e maestosa. Lei era li dal giorno avanti, ci eravamo sentiti, aveva paura che non arrivassimo in tempo, che qualcosa ci impedisse di essere li con lei in quell’occasione, che la sua mamma non potesse arrivare. In fondo la MAMMA da sempre tranquillità ai propri figli. Appena entrati nel salone ci siamo visti, salutati, abbracciati, poi, lei lassù, sul palco, che ci appariva più piccola e fraagile che mai, io in platea a cercare un suo sguardo per infondergli quella sicurezza che dice sempre di non avere e che invece, nella quotidianità dimostra di averne da vendere… L’inizio, i canti, le varie introduzioni, il Comastri che ci invita a cambiare punto di vista, a trasformare il nostro atteggiamento di pietismo verso il dolore e la malattia, in "opere della misericordia di Dio".  e poi… ti alzi, ti accompagnano al microfono, vederti li, piccola su quel palco maestoso con alle spalle quella scultura che fa quasi paura mi fa venire voglia di alzarmi e, come mi dici spesso, venire a coprirti le spalle. Inizi a parlare, all’inizio la voce è tremante dall’emozione, poi piano piano si scioglie e diventa fluida, le parole, i concetti, il suo trasmettere serenità rapisce tutti e tutto. In platea il silenzio è assordante, i fazzoletti si sprecano, perfino il cameramen lascia la telecamera più volte per asciugarsi il volto rigato dalle lacrime. L’emozione è tanta e solo in quel momento mi rendo conto che quella piccola matita, non è altro che un immenso grande pennarello, che l’amore di Dio è sconfinato, che quel Raggio di sole ci è stato donato per indicarci la via del paradiso, affinchè diventi, oltre che la tua porta, anche la nostra porta per il paradiso; e lui non manca di farsi sentire. Tutto ciò che è accaduto dopo, i cardinali il Papa hanno assunto un valore diverso. Il vero fulcro della giornata era la tua voce, le tue parole, vere,  piene di amore per  Andrea. Poi è stata festa!!!! E’ stata una bella giornata, una bella boccata d’aria fresca.