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Relazione Presidente Assemblea 2017 PDF Stampa E-mail
Notizie - Ultime
Scritto da Administrator   
Sabato 11 Febbraio 2017 00:00

Relazione:

È passato un anno da quando siamo stati eletti.

Nonostante i molteplici impegni è passato velocemente, tanto da dire che è volato via.

Per questo motivo riteniamo, forse con un punto di presunzione,  che sia stato un anno ben vissuto. Perché quando il tempo passa così velocemente è segno che le stiamo vivendo una bella realtà, magari ogni tanto, come è normale che sia, con momenti di  fatica, o con qualche piccola incomprensione,  ma comunque una bella realtà.

E di questo dobbiamo ringraziare per primo il Signore, che fa bene tutte le cose.

Poi permettetemi due ringraziamenti particolari:

  • Alla mia famiglia. Per l’aiuto e il supporto che non mi hanno mai fatto mancare in questi mesi.
  • Al consiglio per l’amicizia e la stima reciproca. Consiglio con cui ho condiviso ogni singola scelta in maniera pienamente collegiale

Il 2016 è stato un anno particolare, come particolare è ogni prima volta che si insedia un nuovo gruppo.

Appena eletti ci siamo presentati all’inizio dell’anno Santo della Misericordia carichi di entusiasmo ad essere parte integrante della Chiesa Pistoiese e dei bisogni dei suoi figli più indifesi.

Abbiamo cercato di vivere le nostre giornate secondo le indicazioni ricevute dal nostro Vescovo Fausto e dal nostro assistente Don Cesare. Pensiamo di esserci riusciti.

Siamo riusciti durante l’anno a compiere tutti e tre i percorsi giubilari e siamo felici di essere stati sempre presenti con la nostra testimonianza di attenzione ai più indifesi ogni qualvolta la nostra chiesa pistoiese si è riunita.

Come è stato accennato nel bilancio il nostro anno vive i suoi momenti cruciali nel Pellegrinaggi a Lourdes, Loreto e Boccadirio.

E come sempre è stato e come lo sarà anche per il futuro, questi pellegrinaggi rappresentano il punto di arrivo di un cammino di fede personale e di associazione, ma sono soprattutto,  punto di partenza per portare la nostra testimonianza di attenzione agli ammalati, di fede e di carità nelle nostre parrocchie e nella nostra quotidianità all’interno di una società che è sempre meno attenta alle fasce più deboli.

Papa Francesco in un discorso tenuto davanti a migliaia di nostri fratelli e sorelle ci ha indicato chiaramente qual’è il comportamento da seguire. Comportamento ribadito  in occasione dell’incontro “informare formare ascoltare” del nove Dicembre. A questo proposito mi preme dire che gli assenti a questa giornata hanno perso una bella occasione di crescita e di confronto su tutte le tematiche inerenti la nostra vita associativa.

Tornando a Papa Francesco, esso ci dice: “Cercate sempre di essere sguardo che accoglie, mano che solleva ed accompagna, parola di conforto, abbraccio di tenerezza. Continuate, nonostante la stanchezza a donare tempo, sorriso ed amore ai fratelli e sorelle che ne hanno bisogno”

Detto questo dobbiamo impegnarci a metterlo in pratica non solo durante i giorni dei  pellegrinaggi ma soprattutto durante la ns quotidianità.

Purtroppo, i numeri attuali dei partecipanti ai pellegrinaggi, comportano, che ci piaccia o meno un cambio di mentalità e modo di comportarsi. I cosidetti turni serviranno sempre più spesso solo per consumare i pasti, in quanto (vedi ad esempio Loreto e Lourdes di quest’anno) nei momenti delle celebrazioni unite all’alzata mattutina ed il momento di andare a letto la sera, ci sarà il bisogno di tutti, nessuno escluso. In caso contrario chi rimane dovrà sobbarcarsi una mole doppia di lavoro che può portare con il ripetersi di certi atteggiamenti, incomprensioni e tensioni date soprattutto dalla stanchezza.

Se ci aiutiamo tutti gli uni gli altri, ognuno secondo le proprie possibilità, anche le fatiche più grandi si allievano. In fondo l’esperienze più belle che abbiamo vissuto sono state quelle in cui ci siamo spogliati dei nostri personalismi per metterci al servizio del pellegrinaggio.

Questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare a “nostri momenti particolari di preghiera”, anzi, ritengo da sempre e pertanto continuerò a battermi affinchè all’interno del pellegrinaggio siano previsti dei momenti in cui le singole Sottosezioni possono incontrarsi per condividere le proprie esperienze ed emozioni. Perché Il pellegrinaggio non è solo il momento principale di una sezione ma è soprattutto, come già ripetuto,  l’evento principale di un percorso annuale delle singole Sottosezioni.

Credo che in questo dobbiamo crescere e migliorare perché, mi dispiacerebbe in futuro sentire nuovamente qualcuno di noi giudicare la bellezza e l’importanza di un pellegrinaggio dai numeri di telefono che si sono scambiati; come fossimo in una qualsiasi vacanza.

Al di là della gioia, delle emozioni, che solo la partecipazione ai nostri pellegrinaggi possono dare crediamo che il momento di maggiore unione ed aggregazione, il momento di maggiore comunione e perché no, di commozione è stato senza dubbio, il cinquantesimo di sacerdozio di Don Cesare, nostro assistente da più di 40 anni.

È stato un momento di preghiera, di festa, di condivisione che difficilmente dimenticheremo e dimenticherò.

Personalmente appartengo a coloro che con lui siamo cresciuti, con lui da ragazzi siamo divenuti uomini e donne. Con lui siamo divenuti famiglia prima, e genitori dopo.

In quell’occasione, in un video augurale, ebbi a definire Don Cesare una Vite.

Una vite, che accetta di farsi tagliare i tralci, di rendersi povera, per poi rigenerarsi di nuova vita e donare ricchezza al suo padrone. In questo caso dona ricchezza a tutti coloro che, come noi, si sono avvicinati a lui.

Un ultima precisazione, a cui tengo particolarmente, in quanto la trovo senza senso ed al limite della stupidità.

Chi afferma che io non ho attenzione x i giovani, che io voglia avere tutto sotto controllo, che io ho paura di chi non fa parte del mio gruppetto chiuso e delle idee di alcuni,  mi dispiace,  ma non ha capito proprio nulla di me e della mia storia nell’unitalsi.

Chi afferma questo, se avesse, negli anni partecipato, non più spesso, ma partecipato proprio, alle nostre iniziative, alle nostre giornate, si sarebbe accorto di quanto infondate fossero queste notizie. Io e tutto il consiglio non abbiamo assulatamente paura di confronti o analizzare la possibilità di nuove idee, purchè siano percorribili. Affermare che, le giornate non vanno bene, che dobbiamo fare cose nuove senza portare esempi e proposte non porta soluzioni e risposte a nessuno. Chi le ha messe in giro queste notizie sappià che ha tutta la mia indifferenza e se a Pistoia sta male, se a Pistoia non si sente valorizzato o valorizzata ammesso, che siano nate a Pistoia, gli ricordo che in Toscana ci sono altre 21 Sosttosezioni.

In questi anni credo di averci messo tanto di me stesso. Tanta Ragione e Passione in questo nostro mondo. Quella Ragione e Passione che sempre sono vela e timone della mia vita.

Chiuso questo capitolo Vorrei ringraziare invece tutti voi che avete condiviso quest’anno.

Tutti coloro che si sono affacciati in sede, anche solo per un saluto. Tutti coloro che hanno partecipato alle nostre iniziative, siano di preghiera o più semplicemente di allegra condivisione, perché possiamo unirci e crescere anche intorno ad una pizza.

Un ringrazamento alle Banche di Masiano Vignole e fondazione per i contributi, Al circolo di San Rocco ai singoli soci per le loro offerte e Alla conad che per due occasioni l’anno ci concede quanto necessario per le nostre attività.

Quando si dice “le persone oltre le cose è prorpio vero.

Per concludere, prima di rispondere a tutte le vostre domande Vorrei ricordare una Persona.  Consentitemi un ricordo di Loreno. Colui che forse più di tutti gli altri ha gioito ed era felice della mia elezione e dei ragazzi che si erano proposti di accompagnarmi in questi 5 anni.

Una persona che in una mattinata come questa si sarebbe seduto in sesta, settima fila al mio lato destro in modo da potersi incrociarsi con il mio sguardo e darmi una rassicurazione su quanto sto dicendo.

Una persona a cui ero profondamente legato e che a segnato in parte la mia crescita umana e all’interno dell’Associazione.

Nei pochi mesi che sono passati dalla nostra elezione al suo ritorno al Padre, ogni volta che ci incontravamo mi consigliava sempre di cercare il dialogo, anche quando ti sbattano la porta in faccia. Anche quando ti feriscono.

In altre parole è stato e doveva essere per me un punto di riferimento! Un punto di riferimento che ora manca.


Grazie per l’attenzione e a Voi la parola

Ultimo aggiornamento Lunedì 27 Febbraio 2017 19:03